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"La strada capace di imprimere alla mia vita svolte sorprendenti, la strada con le sue inquietudini e i suoi sguardi, era il mio vero elemento: in essa ricevevo come in nessun altro luogo il vento dell'eventualità." André Breton
Esiste un'arte del perdersi in qualche luogo per meglio conoscere quest'altro mondo? Questo perdersi implica un ritrovare se stessi? E si trasforma viaggiando colui che si porta appresso se stesso? Liberarsi dalla paura di perdersi può favorire l'incontro con se stessi? O è questa paura, che turba l'animo e i sensi, che ci porta a percorrere direzioni impensate e a scoprire cantoni di noi che non pensavamo esistenti?
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