lunedì 10 novembre 2008

Collaboratori

Umberto Giovannini
Andrea Biondi
Paula Carbini e Sabrina Maggiori

Samantha Turci

Scenografa, si occupa di arti visive applicate alla scena. Laureata all'Accademia di Belle Arti di Bologna con tesi sul Teatro Sensoriale di Enrique Vargas, sta seguendo con lui il corso in "linguaggio dei sensi".
Accompagna la sua formazione a momenti di lavoro in vari campi della scenografia, dall'opera lirica alla prosa, dal video agli allestimenti museali, fino alla stimolante esperienza presso Societas Raffaello Sanzio nel 2001, come collaboratrice all'allestimento di C#01. Dal 2002 conduce una sua personale ricerca e produzione nelle arti visive e lavora come scenografa per compagnie di teatro di ricerca (Sulla conoscenza irrazionale dell'oggetto di Gruppo Nanou www.grupponanou.it).
Con l'installazione Dove finisce la libertà? Riflessione sulla visione, realizzata in collaborazione con Michele Chiaruzzi (politologo internazionalista), partecipa alla XIII Biennale Giovani Artisti dell'Europa del Mediterraneo (BJCEM, Bari 2008).
Collabora all'organizzazione e la direzione artistica di Itinerario Festival (www.itinerariofestival.it) per Aidoru Associazione.
Docente di Tecniche innovative di comunicazione verbali e non verbali presso enti di formazione.

Maria Costantini

Socio fondatore della compagnia teatrale Vagamondi di Rimini.
Attrice,dal 1992 partecipa a stage e laboratori di teatro. In particolare sul teatro fisico e la danza, con Monica Francia e Carla Vannucchi, e sull'uso della voce con Chiara Guidi.
Ha collaborato e partecipato alla realizzazione di spettacoli con le compagnie: Teatro de Los Sentidos (Enrique Vargas), Societas Raffaello Sanzio, Pontedera Teatro, Le Belle Bandiere, Banyan Teatro e per il lungometraggio "Berbablu" del gruppo VACA.
Parallelamente conduce una propria ricerca e realizzazione di spettacoli, collaborando con Gian Maria Tosatti, l'Attoscuro, Vincenzo Vasi.

sabato 8 novembre 2008

L'eco della marea

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Percorso di teatro sensoriale interattivo allestito nel faro di Rimini, 2006 e 2007.

"Quando ti metterai in viaggio per Itaca, devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni o i Ciclopi e la furia di Nettuno non temere... se non li porti dentro, se l'anima non te li mette contro, se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo... Sempre devi avere in mente Itaca... soprattutto non affrettare il viaggio..." (tratto da Itaca di Kavafis).

Se partiamo dal presupposto che il Mediterraneo non esiste e che è invece un mare interiore che ciascuno di noi deve navigare ogni giorno, allora dobbiamo metterci in viaggio verso quel luogo della mente che si esprime attraverso il mare, per raggiungere la nostra isola sconosciuta.
Il mare non si ferma mai è in continua evoluzione come la coscienza, esso si identifica nel divenire. Le emozioni sono onde nelle quali ci si deve tuffare per poter continuare il viaggio, nostro percorso di vita. Non si deve temere né la tempesta, né il naufragio, fanno parte dell'esperienza, del cambiamento, dell'evoluzione. Bisogna augurarsi di incontrare i mostri che popolano questo mare per il piacere di essere ammaliati dal canto delle Sirene, ma allo stesso tempo mantenere salde le proprie orecchie e seguire l'intuizione magica o divina per non cadere nella trappola di buttare l'ancora della propria navigazione.


venerdì 7 novembre 2008

R are, anime mutanti in errante errar

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Percorso di teatro sensoriale interattivo di Samantha Turci e Maria Costantini, presso Castello di Sorrivoli (FC).

"La strada capace di imprimere alla mia vita svolte sorprendenti, la strada con le sue inquietudini e i suoi sguardi, era il mio vero elemento: in essa ricevevo come in nessun altro luogo il vento dell'eventualità." André Breton

Esiste un'arte del perdersi in qualche luogo per meglio conoscere quest'altro mondo? Questo perdersi implica un ritrovare se stessi? E si trasforma viaggiando colui che si porta appresso se stesso? Liberarsi dalla paura di perdersi può favorire l'incontro con se stessi? O è questa paura, che turba l'animo e i sensi, che ci porta a percorrere direzioni impensate e a scoprire cantoni di noi che non pensavamo esistenti?